Gradi arrampicata sportiva
Il grado nell’arrampicata è sicuramente un dato importante, per qualcuno imprescindibile, utile per confrontarsi con se stessi ma anche per pianificare le vie da provare in una giornata. Per chi pratica alpinismo questo diventa ancora più fondamentale per comprendere al meglio una via, i passaggi chiave e la relativa proteggibilità. Al livello internazionale le vie attrezzate a spit (falesia e multipitch) sono gradate con la sala francese mentre per le vie alpinistiche in Italia e buona parte dell’Europa si usa la scala UIAA. Fanno poi eccezione gli Stati Uniti dove si usa lo YDS (Yosemite Decimal System) che è composta dal 5 seguito da un altro numero progressivo, la Gran Bretagna dove si adotta una scala a doppia categoria (la prima descrive la difficoltà globale della salita e la seconda numerica quella tecnica) ed infine in Australia e Nuova Zelanda dove si usa un solo numero progressivo in base alla difficoltà.
Di seguito una tabella comparativa.
Francia | UIAA | YDS | GB | AUS |
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1 | I | 5 | 3a | |
2 | II | 5.1/5.2 | 3b | 11 |
3 | III | 5.3/5.4 | 3c | 12 |
4a | IV- | 5.5 | 4a VD | 13 |
4b | IV | 5.6 | 4b S | 14 |
4c | IV+ | 5.7 | 4c HS | 15 |
5a | V- | 5.8 | 4c VS | 16 |
5b | V | 5.9 | 5a HVS | 17 |
5c | V+ | 5.10a | 5a E1 | 18 |
6a | VI | 5.10b | 5b E1 | 19 |
6a+ | VI+ | 5.10c | 5b E2 | 20 |
6b | VII- | 5.10d | 5c E2 | 21 |
6b+ | VII | 5.11a | 5c E3 | 22 |
6c | VII+ | 5.11b | 5c E3 | 23 |
6c+ | VIII- | 5.11c | 6a E4 | 24 |
7a | VIII | 5.11d | 6a E4 | 25 |
7a+ | VIII+ | 5.12a | 6a E5 | 26 |
7b | IX- | 5.12b | 6b E5 | 26 |
7b+ | IX-/IX | 5.12c | 6b E6 | 27 |
7c | IX | 5.12d | 6c E6 | 28 |
7c+ | IX+ | 5.13a | 6c E7 | 29 |
8a | X- | 5.13b | 6c E7 | 29 |
8a+ | X- | 5.13c | 7a E7 | 30 |
8b | X | 5.13d | 7a E8 | 31 |
8b+ | X+ | 5.14a | 7a E8 | 32 |
8c | XI- | 5.14b | 7b E8 | 33 |
8c+ | XI-/XI | 5.14c | 7b E9 | 34 |
9a | XI | 5.14d | 7c E9 | 35 |
9a+ | XII- | 5.15a | 7c E9 | 36 |
9b | XII | 5.15b | 7c E9 | 37 |
9b+ | XII | 5.15c | 7c E9 | 38 |
9c | XII+ | 5.15d | 7c E9 | 39 |
Difficoltà alpinistiche
Nelle ascensioni alpinistiche si usa solitamente la classificazione del CAI, di derivazione francese, che riassume globalmente l’impegno della via tenendo in conto il livello tecnico, quello alpinistico (proteggibilità, materiale in via, etc), ambiente, etc.
Sigla | Grado | Descrizione |
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F | Facile | Itinerario senza particolari difficoltà, possono essere utili corda e attrezzatura di base |
PD | Poco Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al II/III grado e/o pendii invernali fino a 35-45° |
AD | Abbastanza Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al III+/IV grado e/o pendii invernali fino a 45-55° |
D | Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al V grado e/o pendii invernali fino a 55-70° |
TD | Troppo Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al VI grado e/o pendii invernali fino a 80-85° |
ED | Estremamente Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al VII/VIII grado e/o pendii invernali fino a 90° |
ABO/EX | Abominevole Eccezionalmente Difficile | Sono presenti difficoltà su roccia fino al IX/X grado e/o pareti di ghiaccio/roccia strapiombanti |
Utili anche le indicazioni di Rischio per indicare il livello di proteggibilità in trad e Spittatura, ovverso la distanza tra le protezioni a spit; qualora la via sia di tipo moderno (spit da integrare con protezioni veloci) si utilizza la sigla RS sempre seguita da numero.
Grado | Rischio |
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R1 | Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide,sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale della caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze. |
R2 | Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale della caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze. |
R3 | Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale della caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio o caduta senza conseguenze letali. |
R4 | Molto difficile da proteggere, con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale della caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio o caduta senza conseguenze letali e volo fino a 25 – 30 metri. |
R5 | Estrememente difficile da proteggere, con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo molto lungo con probabile infortunio o caduta senza conseguenze letali e volo di oltre 40m. |
R6 | Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali e può causare la fuoriuscita della sosta. |
Grado | Spittatura |
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S1 | Spittatura normale come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3/4 m tra uno spit e l’altro. Di conseguenza, lunghezza potenziale della caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze. |
S2 | Gli spit sono distanziati e ci sono a volte passaggi obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale della caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze. |
S3 | Spittatura a volte anche molto distante, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spits anche superiore ai 5 metri. Quindi voli lunghi, ma non necessariamente pericolosi. |
S4 | Spit molto distanti l’un l’altro (oltre i 7 metri) e passaggi obbligatori. Una caduta può provocare un infortunio o caduta senza conseguenze e volo fino a 20 metri. |
S5 | Spittatura oltre i 10 metri. Passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può facilmente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cenge al suolo). Anche le cadute senza conseguenze non sono mai inferiori ai 25m. |
S6 | Scarsa spittatura, con spit lontano dai passaggi chiave. Tratti non protetti molto lunghi, anche superiori ai 20 m. Una caduta può avere conseguenze anche letali. Anche le cadute senza conseguenze non sono mai inferiori ai 40 m. |
Gradi arrampicata in artificiale
Nell’alpinismo si possono trovare spesso uno o più passaggi dove è possibile ridurre le difficoltà “in artificiale”, ovvero utilizzando le protezioni in via per azzerarsi con l’ausilio della corda e tramite l’utilizzo di staffe, cliff o altro. A volte questi passaggi sono evitabili con gradi in libera superiori o obbligatori.
Grado | Descrizione |
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A0 | È il grado base dell’arrampicata in artificiale. La progressione avviene prevalentemente in libera, ma chiodi o altre assicurazioni estremamente solide sono utilizzati come appiglio o appoggio; le staffe non sono necessarie. Viene valutato A0 anche tenersi o farsi tenere in trazione sulla corda e compiere pendoli. |
A1 | Arrampicare richiede poca forza indipendementemente dalla verticalità della parete. Chiodi e altre assicurazioni si collocano con facilità e offrono un’ottima tenuta. È sempre sufficiente l’uso di una staffa per ogni membro di cordata. |
A2 | Maggiori difficoltà nella salita in artificiale, con tratti lisci o leggermente strapiombanti. Gli ancoraggi si possono collocare con più difficoltà e offrono una tenuta non sempre ottima. Richiede l’impiego di 2 staffe per ogni membro di cordata, una buona tecnica per il loro uso e un buon allenamento fisico. |
A3 | Salita in artificiale molto difficile e faticosa. È piuttosto difficile e non immediato posizionare le assicurazioni e la loro tenuta è limitata. Crescono le difficoltà tecniche di manovra e spesso si ha a che fare con tetti molto pronunciati. Necessita di almeno 2 staffe per membro di cordata e una buona tecnica per il recupero. Si usano anche gli skyhooks. |
A4 (A5) | Salita caratterizzata in maniera crescente dalla precarietà delle assicurazioni artificiali, non più sufficienti a garantire una buona assicurazione. Largo uso di cliffhanger e skyhooks. |
AE | Si adoperano ancoraggi a pressione o spit. La difficoltà diviene esclusivamente fisica. Ottima tenuta in caso di volo. |
Gradi arrampicata su ghiaccio
Nell’arrampicata su ghiaccio si distinguono due classificazioni: la prima, con numeri romani, tiene conto della difficoltà dell’ambiente, pericoli e avvicinamento, la seconda, con numeri arabi, esprimono le difficoltà tecniche. Solitamente il grado tecnico viene dopo la sigla WI (Water Ice) o AI (Alpine Ice), quest’ultimo maggiormente utilizzato per le vie di misto
Grado | Descrizione |
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I | Via breve, con facile accesso e discesa |
II | Via di uno o due tiri, con facile accesso e pochi pericoli oggettivi |
III | Via di più tiri, con avvicinamento lungo e possibili pericoli oggettivi |
IV | Via di più tiri, con avvicinamento impegnativo e pericoli oggettivi |
V | Via di più tiri in alta montagna, con avvicinamento e discesa difficili e con molti pericoli oggettivi |
VI | Via di più tiri in alta montagna con possibile bivacco, richiede una elevata esperienza alpinistica per gli alti pericoli oggettivi |
Grado | Descrizione |
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WI1 | Pareti con pendenza del 50°/60°, ghiaccio solido e buone possibilità di protezione (piccozze non necessarie) |
WI2 | Pareti con pendenza del 60°/70°, ghiaccio solido e buone possibilità di protezione (una o due piccozze) |
WI3 | Pareti con pendenza del 60°/70° con passaggi verticali, ghiaccio solido e buone possibilità di protezione |
WI4 | Pareti con pendenza del 75°/80° con passaggi verticali, ghiaccio solido e qualche difficoltà di protezione (pochi riposi) |
WI5 | Pareti verticali, ghiaccio che può essere sottile, protezione e soste difficili (riposi difficili) |
WI6 | Pareti verticali e strapiombanti, ghiaccio che può essere sottile o cattivo, protezione e soste difficili (riposi non presenti) |
WI7 | Pareti verticali e strapiombanti, ghiaccio di cattiva qualità, protezioni estremamente difficili |
Gradi arrampicata misto
Nelle vie di misto si affrontano spesso passaggi di roccia dove si deve scalare con ramponi e piccozze, questa pratica si chiama dry-tooling e segue una scala di difficoltà ben definita.
Grado | Grado Roccia | Descrizione |
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M1 | 4a | Poca pendenza, uso occasionale delle mani per bilanciarsi |
M2 | 4b | Poca pendenza, buone prese per mani e piedi |
M3 | 4c | Pendenze maggiori ma non ancora necessarie le piccozze |
M4 | 5a | Pendenze maggiori, talvolta verticali, e necessaria conoscenza delle tecniche di dry-tooling |
M5 | 5b | Pendenze verticali continue e grande utilizzo del dry-tooling |
M6 | 6a/6b+ | Pendenze verticali continue con alcuni passaggi più difficili |
M7 | 6c/7a+ | Pendenze verticali e strapiombanti con sezioni molto difficili |
M8 | 7b/7b+ | Presenza di tetti e sezioni ancora più impegnative |
M9 | 7c | Grande tetto o sezione molto tecnica su piccoli appigli |
M10 | 7c+ | Tetto fino a dieci metri o lunga sezione molto tecnica su piccoli appigli |
M11 | 8a/8b | Tetto ancora più grande e grande impegno atletico |
M12 | 8b+/8c | Un M11 con boulder e movimenti dinamici |
M13 | 8c+ | La massima difficoltà, tetto continuo con boulder, movimenti dinamici e tecnici |
Difficoltà scialpinismo
Nello scialpinismo sono principalmente tre le scale utilizzabili per classificare il livello di difficoltà dell’itinerario: quella internazionale o “Blachère”, la “Traynard” o la “Volo”/”Toponeige”.
Blachère: valuta con tre livelli l’itinerario (MS, BS o OS) a cui si aggiunge la lettera A nel caso in cui lo sciatore debba conoscere l’utilizzo di tecniche alpinistiche (piccozza, ramponi o corda).
Sigla | Grado | Descrizione |
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MS / MSA | Medio Sciatore / (Alpinista) | Sciatore con padronanza per curvare su pendii fino a 25° |
BS / BSA | Buono Sciatore / (Alpinista) | Sciatore con padronanza per curvare su pendii fino a 40° e canali stretti |
OS / OSA | Ottimo Sciatore / (Alpinista) | Sciatore con padronanza per curvare su pendii ripidi, passaggi stretti ed esposti |
Traynard: fornisce una valutazione puntuale sul passaggio più tecnico della discesa, tenendo in conto anche l’esposizione.
Grado | Descrizione |
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S1 | Itinerario facile che non richiede particolari abilità per muoversi |
S2 | Pendenze fino a 25° o su valloni |
S3 | Pendenze fino a 35° e ascenzioni su qualsiasi tipo di neve senza particolari difficoltà |
S4 | Pendenze fino a 45° senza grande esposizione oppure fino a 40° con esposizione o passaggi stretti (buona padronanza degli sci) |
S5 | Pendenze fino a 50° senza grande esposizione oppure fino a 45° con esposizione o passaggi stretti (ottima padronanza degli sci) |
S6 | Pendenze fino a 55° senza grande esposizione oppure fino a 50° con esposizione o passaggi stretti |
S7 | Pendenze fino ed oltre i 60°, passaggi stretti e7o salto di ostacoli |
Toponeige: fornisce una valutazione basandosi sulle difficoltà della parte sciistica (inclinazione e lunghezza), dell’esposizione e della salita (vedi la scala di difficoltà alpinistica sopra).
La prima è formata da 5 livelli, i primi 3 sono riferiti allo scialpinismo classico e ciascuno di essi ha tre sottolivelli, il 4° livello fa riferimento allo sci ripido (anch’esso tre sottolivelli) e il 5° livello è per lo sci estremo. L’esposizione è classificata in 4 livelli.
Grado tecnico | Blachère | Traynard | Descrizione |
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Livello 1 (1.1, 1.2, 1.3) | MS | S1 | Pendii semplici e larghi, passaggi non superiori a 30°, dislivello inferiore a 800 m e senza esposizione |
Livello 2 (2.1, 2.2, 2.3) | BS | S2 | Pendii senza difficoltà tecniche, passaggi fino a 35°, dislivello superiore a 800 m con esposizione |
Livello 3 (3.1, 3.2, 3.3) | OS | S3 | Pendii tecnici con lungi tratti fino a 35° e brevi passaggi a 40/45°, pericoli oggettivi (ottima tecnica sciistica e saper valutare le condizioni della neve) |
Livello 4 (4.1, 4.2, 4.3) | S4/5 | Sci ripido o canali (couloirs) con lungi tratti fino a 40° e brevi passaggi a 45/50°, canali stretti con terreno esposto | |
Livello 5 (5.1, 5.2, 5.3, …) | S5/6 | Itinerari estremamente difficili con tratti anche oltre 45° e passaggi a 50/55°, forte esposizione |
Grado esposizione | Descrizione |
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E1 | Pendii uniformi e collegati tra loro, rocce ed alberi non obbligano i passaggi ma possono rappresentare un elemento di pericolo |
E2 | Larghi canali con piccoli sbarramenti rocciosi da saltare che possono causare cadute anche gravi |
E3 | Canali stretti o alti salti di roccia. In caso di caduta rischio di urtare rocce in modo grave |
E4 | Presenza di sbarramenti rocciosi o di ghiaccio ripetuti e alti, evitare cadute |
Difficoltà escursionismo
Nell’attività escursionistica il CAI ha definito quattro livelli di difficoltà di seguito riportatati oltre il quali inizia l’attività alpinistica.
Sigla | Descrizione |
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T | Stradine, mulattiere o strade forestali senza difficoltà tecniche e di facile orientamento |
E | Sentieri di ogni genere dai pascoli a pietraie, solitamente ben segnalati con bolli e indicazioni. Si possono trovare singoli passaggi più esposti e tecnici ben protetti da cavi, scale o quanto altro che non richiedono l’utilizzo di imbrago |
EE | Sentieri che richiedono una certa abilità di movimento su terreno tecnico, con brevi tratti di arrampica e/o ferrate facili. Viene richiesta una certa esperienza e capacità di muoversi e orientarsi in montagna |
EEA | Itinerari attrezzati come ferrate che richiedono l’uso di imbrago e attrezzatura specifica |