Il Paretone è senza dubbio una delle pareti più misteriose e affascinati del Gran Sasso, meta ambita e allo stesso tempo temuta da molti alpinisti. La Diretta Alessandri è un itinerario che si sviluppa sul terzo pilastro del versante nord-est del corno grande (vetta orientale) a partire dall’inizio della cengia obliqua sul Canale Jannetta. La via richiede una notevole preparazione alpinistica già solo per il lungo e tortuoso avvicinamento che prevede prima la risalita fino all’anticima nord (sentiero e poi ferrata) per poi scendere lungo lo Jannetta tramite canalini, risalti e sfasciumi ricercando qualche doppia e attraversando la frana del 2006. In via il grado massimo si incontra in pochi passaggi ma nonostante ciò richiede comunque impegno sia per la ricerca dell’itinerario (in via è presente un po’ di materiale) che per la roccia spesso da valutare, nonché potenziale caduta di qualche sasso dall’alto. In ogni caso si tratta di una bellissima via d’ambiente che attraversa una zona poco battuta del Gran Sasso e che non può non dare soddisfazione a chi la ripete.
Utile sicuramente pernottare al rif. Franchetti e partire alle prime luci (o prima) per sfruttare a pieno tutte le ore del giorno, per la discesa si può percorrere il sentiero e poi la ferrata analogamente all’andata.
Bellezza | ★★★★ |
Prima salita | D. Alessandri, R. Furi, C. Leone – 21 luglio 1968 |
Tipologia | Trad |
Grado | TD+, VI (V+ A0), R2 |
Esposizione | Nord-Est |
Dislivello (via / totale) | 400 m / 1530 m (-200 m canale Jennetta) |
Sviluppo via | 500 m |
Tipo di roccia | Calcare – da pessima a buona |
Tempo (via / totale) | 7-8 ore / 13-14 ore |
Accesso stradale
Si raggiunge Prati di Tivo dalla SS80 del Gran Sasso (da L’Aquila via Campotosto oppure da Montorio al Vomano). In caso fosse aperta la cabinovia della Madonnina è consigliabile utilizzarla per ridurre il dislivello dell’avvicinamento a 360 metri, in caso contrario è possibile raggiungere la località Cima Alta a quota 1640 m.
Avvicinamento
Da Cima Alta prendere l’evidente sentiero (n°103) in direzione della Madonnina di Prati di Tivo, si percorre il crinale e si supera l’abbandonato albergo Diruto fino a raggiungere l’arrivo della cabinovia. Si prosegue sempre sul sentiero 103 in direzione del vallone delle Cornacchie superando la svolta a destra per il sentiero Ventricini e lungo il passo delle scalette fino al rif. Franchetti. Da qui si prende il sentiero n°152 ferrata Ricci diretta alla vetta Orientale e, terminato il tratto attrezzato, si percorre fino ad aver raggiunto l’anticima Nord da dove si apre il panorama sul Paretone (a sinistra) e il canale Jannetta.
Ci si abbassa per cenge erbose traversando a destra (faccia a valle) fino a prendere un colatoio nero (non raggiungere il secondo canale a ridosso della parete) e ci si abbassa senza un percorso definito, possibile fare una doppia da 60 m (sosta con cordoni su clessidra) o disarrampicare a piedi (passi di III), si continua a scendere puntando leggermente a sinistra fino ad arrivare ad una rampa inclinata verso destra dove si trova una doppia da 40 m (2 chiodi). A questo punto si inizia a traversare molto delicatamente a destra sulla grande frana del 2006 mantenendosi alti sotto al tetto e raggiungendo il canale a ridosso della parete. Qui si trova una sosta con 2 chiodi e una corda fissa dove si esegue una doppia di 40-50 m (con questa si riesce ad arrivare alla base fuori dalle difficoltà, dovrebbe essere presente (non verificato) anche uno spit con anello sulla sinistra (sempre faccia a valle). A questo punto si risale una rampa erbosa che corrisponde all’inizio della cengia obliqua (base del terzo pilastro) e ci si porta sotto la verticale di un diedro (presente uno spit a terra) – 2:30/3 ore dal rifugio Franchetti o 4/4:30 ore da Cima Alta
Relazione
- L1: Si risale un primo diedro per poi risalire una rampa a tratti erbosa aggirando un risalto a sinistra (sosta sulla destra con due chiodi) – 50 metri, IV-
- L2: Alzarsi dritti in direzione di alcuni chiodi e clessidre lungo una fessura, a metà parete si inizia a traversare verso sinistra (presente un diedrino) ed uscire su una terrazza erbosa (sosta intermedia) dove ci si alza aggirando un risalto a sinistra fino alla sosta (2 chiodi) – 45 metri, VI
- L3: Si prende la fessura sulla destra con bei movimenti fisici fino ad una rampa obliqua verso destra dove si traversa in direzione di due massi, si sale sopra di essi e si arriva alla sosta (2 chiodi) – 40 metri, V+
- L4: Dalla sosta ci si sposta traversando leggermente a sinistra per prendere un diedro (roccia a tratti marcia) che si risale integralmente (a metà si possono aggirare le difficoltà leggermente a sinistra). Quando questo termina si trova una sosta con 2 chiodi sulla destra (sotto una fessura) – 30 metri, V-
- L5: Ci si riporta sotto la fessura ammanigliata di sinistra che si risale (chiodo), da qui si traversa a sinistra su una rampa in direzione della sosta successiva (2 spit con cordone) – 30 metri, V+
- L6: Ci si alza dalla sosta con un paio di movimenti tecnici e si prosegue poi su terreno più facile in un canale detritico fino ad una terrazza erbosa (sosta su 2 spit) – 30 metri, IV+ (pp.V)
- L7: Risalire la paretina sovrastante con qualche fessura e poi proseguire su terreno più facile verso sinistra andando a sostare sotto un diedrino (sosta su 1 chiodo da integrare) – 35 metri, V-
- L8: Affrontare il divertente diedro-fessura e al suo termine spostarsi a sinistra su un altro diedro che porta ad una cengetta, sosta su 1 chiodo da integrare – 30 metri, IV+
- L9: Si affronta un primo tratto verticale per poi entrare in un canale più facile ma con roccia delicata che porta ad una grande terrazza erbosa. Ci si dirige verso destra sotto una fessura obliqua (sosta su spuntone da valutare). Possibile valutare una concatenazione con il tiro precedente (attenzione agli attriti) – 35 metri, IV+
- L10: Si risale la fessura obliqua verso destra per qualche metro per poi traversare a destra in placca, da qui si risale un canale con roccia da valutare fino alla base di un diedro-canale. La sosta sarebbe su un chiodo (da valutare le condizioni), si consiglia di fare sosta sulla sinistra in modo da evitare eventuali sassi che potrebbero cadere dal tiro successivo – 40 metri, V
- L11: Dalla sosta si riprende il diedro-canale in direzione di alcuni cordoni (presenti 4 chiodi da valutare attentamente lo stato), possibile tratto A0 (V+) o in libera VI. Si prosegue poi lungo il diedro con un paio di risalti per poi arrivare su un cengia detritica dove si sosta in alto (sosta da allestire) – 45 metri, VI o V+ A0
- L12: Si continua nel lungo diedro fino a che non si esaurisce e ci si trova davanti una placca gialla (presente una sosta nascosta a destra di una paretina gialla, non verificato) oppure proseguire qualche altro metro uscendo dalle difficoltà (sosta da allestire) – 50 metri, IV+
- L13: Ultimi metri prendendo una rampetta a sinistra che porta sul filo dello spigolo, quindi scendendo e traversando (sempre a sinistra) su roccia marcia si risale verso un secondo filo di spigolo che si supera raggiungendo una zona ghiaiosa dove si sosta (da allestire) – 40 metri, III
- Dall’uscita si può proseguire slegati o in conserva per altri 100 metri (passi di II+) seguendo la cresta e superando un paio di canali a sinistra, in breve si incontra il sentiero della ferrata Ricci tramite il quale si può raggiungere la vetta Orientale o iniziare la discesa.
Discesa
Dall’arrivo sulla vetta orientale si scende per sentiero obbligato della ferrata Ricci (prima parte non attrezzata) e dopo aver percorso la cresta si giunge l’anticima nord da dove riprende il tratto attrezzato e si prosegue il percorso dell’andata a ritroso – 2/2:30 ore dalla vetta a Cima Alta
Attrezzatura
- Normale dotazione alpinistica
- Corde doppie da 60 metri
- Friend (misure C4 BD dallo 0,1 al 3, utile ma non indispensabile il 4) e set di nuts
- Martello e 5 chiodi