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Via Spigolo a destra della Crepa – Corno Piccolo, Gran Sasso

Via storica ad opera di Luigi Mario ed Emilio Caruso nel ’59 e rettificata due anni più tardi che sfrutta l’itinerario più facile dello spigolo situato a destra della via della Crepa sulla parete Est del Corno Piccolo poco prima del Monolito. Ne viene fuori un itinerario non sempre intuitivo che aggira le difficoltà ma che presenta comunque tratti impegnativi lungo diedri e fessure, incrociando le vie Direttissima allo Spigolo a destra e Rossana. In basso la roccia è buona a patto di rimanere in via mentre dall’Obelisco in poi la qualità migliora e offre un’arrampicata più godibile. Sono presenti diversi chiodi, specialmente sulle difficoltà, ma l’impegno alpinistico rimane elevato con diverse soste da allestire o integrare. Da non sottovalutare anche la discesa che risulta lunga e non immediata.

Bellezza★★★☆
Prima salitaL. Mario e E. Caruso – luglio 1959 e giugno 1961
TipologiaTrad
GradoTD, VI+ (VI A0) R2
EsposizioneEst
Dislivello (via / totale)230 m / 950 m (senza cabinovia)
Sviluppo via320 m
Tipo di rocciaCalcare – da buona a ottima
Tempo (via / totale)5 ore / 9 ore

Accesso stradale

Si raggiunge Prati di Tivo dalla SS80 del Gran Sasso (da L’Aquila via Campotosto oppure da Montorio al Vomano). In caso fosse aperta la cabinovia della Madonnina è consigliabile utilizzarla per ridurre il dislivello dell’avvicinamento a 360 metri, in caso contrario è possibile raggiungere la località Cima Alta a quota 1640 m.

Avvicinamento

Da Cima Alta prendere l’evidente sentiero (n°103) in direzione della Madonnina di Prati di Tivo, si percorre il crinale e si supera l’abbandonato albergo Diruto fino a raggiungere l’arrivo della cabinovia. Si prosegue sempre sul sentiero 103 in direzione del vallone delle Cornacchie superando la svolta a destra per il sentiero Ventricini. Si continua fino a poco prima del passo delle scalette dove conviene lasciare il tracciato e proseguire a destra senza percorso obbligato lungo la parete est (evitando il ghiaione a sinistra). Superata la grotta delle Cornacchie si raggiunge il secondo diedro in prossimità della via della Crepa – 1:40 ore da Cima Alta o 1 ora dalla Madonnina

Relazione

  • L1: Si risale una rampa facile dopo lo spigolo sulla verticale della crepa prima tendente a sinistra e poi a destra. A questo punto risalire la parete di destra fino ad un terrazzino (sosta intermedia), proseguire a destra oltrepassando lo spigolo (non salire sul diedro sopra) e continuare obliquando fino alla sosta (3 chiodi) – 45 m, V+
  • L2: Alzarsi sulla fessura sopra la sosta e percorrerla fino al suo termine quindi spostarsi a destra per andare a prendere un bel diedro che si risale fino alla sosta (2 chiodi) – 35 m, V+
  • L3: Proseguire lungo il diedro (ultimi metri roccia in parte franata) fino ad una esile cengia alla base di una parete strapiombante dove si trova una sosta (3 chiodi) in comune con la via Rossana – 25 m, VI
  • L4: Traversare a sinistra sotto la fascia strapiombante su roccia non ottima fino al filo dello spigolo alla base di uno strapiombo detto “Obelisco” (sosta su 3 chiodi) – 20 m, IV-
  • L5: Prendere il diedrino strapiombante (2 chiodi) e riportarsi a destra alla base di due fessure (sosta intermedia su 2 chiodi), quindi prendere la fessura di sinistra che al suo termine diventa diedro e si ricollega a quella di destra (alcuni chiodi) per arrivare in cima all’Obelisco, proseguire tendendo a sinistra fino ad una cengia dove si sosta (3 chiodi) – 50 m, VI+ (VI A0)
  • L6: Risalire la placca a buchi di destra (chiodo) fino a raggiungere lo spigolo sotto la parete strapiombante (chiodo), aggirarlo e disarrampicare per 10 metri fino alla sosta su 3 chiodi. Possibile fare un pendolo per scendere, presente un moschettone con cordino su spuntone collegato al chiodo – 25 m, V+
  • L7: Risalire la fessura che poco dopo diventa diedro-camino raggiungendo una bella lama orizzontale dove si traversa a destra. Sosta da attrezzare su spuntone – 20 m, V
  • L8: Traversare ancora un paio di metri a destra per raggiungere un canale che si risale tutto fino alla base di uno strapiombino dove si sosta (1 chiodo) – 45 m, IV-
  • L9: Alzarsi nel camino strapiombante (V) e continuare nel canale più facile fino all’uscita in cresta (sosta da allestire) – 30 m, IV (pp. V)

Discesa

Per la discesa si può risalire la cima del Corno Piccolo e scendere per la ferrata Danesi o la via Normale e al loro termine risalire verso la Sella dei due Corni per scendere lungo il vallone delle Cornacchie riprendendo il sentiero di salita – 3:30 dall’uscita della via alla Madonnina

Più breve ma più articolata è la discesa lungo la cresta nord-est verso i due salti. In questo caso dall’uscita della via ci si inizia ad abbassare per una serie di canalini traversando a destra (faccia a valle) dove le difficoltà sono minori superando 2-3 canali e mantenendo come riferimento la cresta stessa. Si trova una sosta su clessidra con maglia rapida dove è possibile fare una doppia obliquando a sinistra (faccia a monte) di circa 40 metri (in alternativa si scende disarrampicando III+). Si continua per un sentiero in diagonale che porta ad una cengia esposta e si prosegue ancora qualche metro fino ad grosso sasso (2° Salto) dove è presente una catena inox con anello (nascosta dietro). Si scende in doppia per 50 metri puntando ad un terrazzino erboso a sinistra (faccia a monte), quindi si risale per 10 metri verso sinistra puntando ad un secondo sasso dove è presente una seconda doppia di 45 metri (1° Salto) sempre sulla faccia nord-est. Si giunge alla base su un sentierino che piega a sinistra in un canalino (II+) da disarrampicare e torna poco dopo sentiero verso destra e in breve riporta sul sentiero 103 verso la Madonnina – 2:30/3 ore dall’uscita della via alla Madonnina

Attrezzatura

  • Normale dotazione alpinistica
  • Corde doppie da 60 metri
  • Friend (misure C4 BD dal 0,1 al 3) e set di nuts
  • Martello e 3-4 chiodi